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La birra, Gesù, Laozi, Schelling e Hegel.

10/05/2009

E mentre bevevo la quarta brocca di birra, mi apparve accanto alla pressa un leggiadro giovine e io riconobbi subito che non era nessun altri se non Gesù stesso. E accanto a lui poi stava un vecchio col volto aggrinzito e io compresi subito che non poteva essere nessun altri se non Laozi stesso. E così ambedue stavano lì affinché potessi confrontare il vecchio signore e il giovane uomo, e così ambedue stavano lì e migliaia di mosche carnarie e di mosche al cobalto in migliaia di spire volteggiavano come folli qua e là e il suono metallico dei loro corpi e ali ricamava nell’aria del magazzino un grande quadro vivente composto di incessanti spire, di zampilli, proprio come con la fonditura dei colori componeva i suoi giganteschi quadri Jackson Pollock. E io non mi meravigliavo di quelle due figure, perché i miei avi e progenitori per l’abitudine di bere acquavite avevano avuto anche loro delle visioni, gli erano apparsi gli esseri delle favole, mio nonno incontrava spesso vagabondando ondine e ondini, il mio bisnonno, quello credeva invece negli esseri che gli apparivano negli agri attorno alla birreria Litovel, i feurmen, folletti e fate, e io, siccome contro la mia volontà ero istruito, allora mentre mi addormentavo sotto i cieli del mio letto di venti quintali, sul tavolato mi apparivano Schelling e Hegel, i queli nacquero nello stesso identico anno, una volta venne a cavallo fino al mio letto lo stesso Erasmo da Rotterdam e mi domandò la strada per il mare.

Bohumil Hrabal – Una solitudine troppo rumorosa